Il videogame si chiama Fold It
(«ripiegalo») e si scarica gratis, previa registrazione, dal sito
https://fold.it
Per ora è solo in inglese. Chi lo ha
provato lo descrive come una sorta di Tetris in 3D, ma gli incastri
tridimensionali che bisogna risolvere non sono generati a caso dal
computer: sono invece le conformazioni tridimensionali in cui
possono presentarsi alcune proteine su cui lavorano i farmacologi o
altri ricercatori.
Le proteine sono i costituenti di ogni
cellula e controllano pressoché tutte le attività dell’organismo;
sono proteine, per esempio, gli anticorpi che contrastano le
infezioni. Ogni proteina si avvolge su se stessa come un gomitolo,
secondo precise leggi chimiche e fisiche, assumendo una certa forma
tridimensionale, che è essenziale per il suo funzionamento;
l’anticorpo, per esempio, deve combaciare con la forma del virus per
legarlo e inattivarlo. Di moltissime proteine si conosce la
composizione, ma non la forma tridimensionale, ed è questa che il
gioco aiuta a scoprire. Usando il loro intuito visivo e l’abilità
affinata con l’esperienza, i giocatori provano a ripiegare la
proteina, secondo regole incorporate nel gioco che rispecchiano le
leggi chimiche reali, ottenendo man mano forme sempre più stabili,
cioè sempre più vicine a quella effettiva. In teoria la stessa
operazione potrebbe farla un computer, provando una dopo l’altra
tutte le forme possibili fino a trovare quella giusta; ma visto che
le combinazioni possibili sono innumerevoli, i tempi sarebbero
spropositati, dell’ordine di anni, secoli e anche di più a seconda
delle dimensioni della proteina. Sfruttando l’intuito dei giocatori,
invece, si spera di arrivare alle soluzioni in tempi ragionevoli.
«Una volta che il meccanismo sarà
rodato e avremo tanti abili giocatori sparsi per il mondo» spiegano
i ricercatori «la nostra intenzione è di proporre microrganismi come
l’HIV o la malaria, e sfidare i giocatori a trovare le proteine che
abbiano la forma giusta per legarvisi e inattivarli».
La sfida è aperta, e non occorre certo
essere esperti della materia per partecipare: «mio figlio, a 13
anni, è molto più abile di me» ha dichiarato uno dei biochimici che
hanno progettato il gioco."