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Cancro
Per i Tumori più
diffusi è stato accertato un legame con il tipo di
Alimentazione. Il National Cancer Institute nel 1981
ha riconosciuto che circa il 35% delle morti per
Tumore era da ricondurre a fattori dietetici (con un
ampio margine di variabilità, del 10-70%). Una più
recente analisi (1995) conferma le stime (32%,
restringendo però il campo di variabilità al
20-42%). Per i Tumori più diffusi, però, queste
cifre sono di gran lunga superiori: colon-retto
(70%), mammella (50%), prostata (75%), pancreas
(75%).
Le Linee Guida per la prevenzione dei Tumori
indicano come migliore strategia per la prevenzione
del Cancro l’adesione ad una dieta ricca di Fibre e
povera di Grassi, che includa vari tipi di frutta,
verdura, cereali integrali e legumi. Questi alimenti
sono infatti poveri di Grassi Saturi e ricchi di
Antiossidanti e Fibre. Gli alimenti a base di soia
contengono inoltre Fitoestrogeni, sostanze che
proteggono la mammella dal rischio di Tumore (come
evidenziato nelle popolazioni Asiatiche). Non
sorprende quindi che i Vegetariani, la cui dieta
soddisfa naturalmente tali requisiti, si collochino
ai livelli più bassi di rischio di Cancro. E’ stato
infatti stimato che se gli Americani aderissero alle
Linee Guida dietetiche correnti pubblicate
dall’Istituto Nazionale per il Cancro, la frequenza
di Cancro diminuirebbe del 25-50%.
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Malattie
cardiovascolari
Le complicanze
dell’Arteriosclerosi provocano a loro volta malattie
a carico degli organi colpiti: le arterie Coronariche (infarto, angina, miocardiosclerosi con
insufficienza cardiaca), le arterie Cerebrali
(ictus, demenza, parkinson), le arterie degli Arti
Inferiori (claudicatio, gangrena), l’Aorta
(aneurismi), le arterie renali (Ipertensione,
insufficienza renale) e dell’occhio (retinopatia).
Molte di queste situazioni sono causa di morte, ma
soprattutto di invalidità.
L’Arteriosclerosi
comincia già in età infantile e giovanile (come
evidenziato nel corso di autopsie di giovani morti
durante le guerre in Corea e Vietnam), e progredisce asintomatica per molti anni, fino a dare
manifestazioni cliniche in età medio avanzata. Molti
Studi hanno dimostrato la presenza di una
associazione tra livelli ematici di Colesterolo e
cardiopatia.
Il Framingham Study, iniziato nel 1949,
ha rivelato che esiste un livello di Colesterolo al
di sotto del quale, essenzialmente, non si verifica
infarto del miocardio (150 mg/dl). I tre quarti
degli abitanti delle Terra non superano tale
livello.
Il Colesterolo è presente in tutti i cibi
di derivazione animale, e viene prodotto
dall’organismo a partire dai Grassi Saturi,
contenuti in abbondanza nei prodotti di derivazione
animale. A differenza degli altri Grassi, il
Colesterolo è localizzato principalmente nella parte
magra della carne. Nessun alimento di derivazione
vegetale, per contro, contiene Colesterolo.
La carne
magra apporta circa il 20-30% delle Calorie dai
Grassi, mentre in cereali, fagioli, verdura e frutta
meno del 10% delle Calorie totali deriva dai Grassi.
Inoltre, i cibi vegetali apportano Vitamina C,
Vitamina E, beta-carotene e flavonoidi, elementi che
rivestono anche un ruolo importante nella
prevenzione delle cardiopatie. Il consumo regolare
di noci riduce il rischio di cardiopatia.
I
Vegetariani, di qualunque categoria, mostrano un
ridotto rischio di Cardiopatia Ischemica, e uno
Studio recente (1999) rileva come la Dieta
Vegetariana riduca la mortalità per malattie
cardiovascolari del 24%. Tale situazione può essere
ulteriormente migliorata ponendo maggiore attenzione
ad aumentare l’assunzione di B12, Acidi Grassi
Omega-3 e Calcio, ed a ridurre gli Acidi Grassi Transidrogenati ed il Sale.
Inoltre, una Dieta
Vegetariana a basso contenuto di Grassi e ad alto
contenuto di Fibre, può abbassare del 10% la
Pressione Arteriosa a prescindere dal contenuto in
Sodio. Un ulteriore effetto benefico sullo Stato di
Salute è costituito da una riduzione dei depositi tissutali di Ferro, correlati con cardiopatia ed
Ipertensione.
Obesità e Diabete
Mellito
L’Obesità può ridurre la durata della
vita anche di 20 anni.
I Vegetariani Occidentali
hanno una più bassa incidenza di Obesità e Diabete
in confronto ai non-Vegetariani. L’Obesità (BMI>30,
dove BMI = Indice di Massa Corporea) è una delle
cause principali di Diabete Mellito, in quanto
favorisce una situazione di Insulino-resistenza.
Un
aumento del BMI causa un abbassamento dei livelli di
HDL-Colesterolo (Colesterolo buono), ed aumenta i
livelli di LDL-Colesterolo (Colesterolo cattivo),
così come aumenta la Pressione Arteriosa ed il
rischio di Cardiopatia Ischemica, Cancro del colon e
della mammella. Il BMI ideale è di 20-23 per la
maggior parte delle persone. Per una persona alta
175 cm, il BMI ideale corrisponde ad un Peso
Corporeo di 62-71 kg.
Una Dieta ad elevato contenuto
in Fibre ed a bassa Densità Calorica, cioè ricca di
frutta e verdura riduce il rischio di Obesità.
Per
contro, i cibi costituiti da “Calorie vuote” (bibite
zuccherate, snack, grassi) favoriscono l’Obesità,
come pure un eccesso di Proteine nella dieta.
Elevati livelli di attività fisica, basse assunzioni
di Grassi Saturi, ed elevati introiti di Fibra
riducono il rischio di Diabete Mellito,
indipendentemente dalla presenza di Obesità.
Abbondanza di frutta, verdura e cereali integrali al
posto di cereali raffinati possono proteggere da
questo aumento del rischio.
L'Osteoporosi
L’Osteoporosi sta oggi
assumendo un andamento epidemico. Nonostante la
comune credenza che sia sufficiente assumere
quantità adeguate di Calcio per proteggere la salute
dell’osso, si è visto che l’incidenza di questa
malattia è elevata proprio in quei Paesi dove pure è
elevato il consumo di Calcio alimentare. Alcuni
Studi recenti hanno evidenziato come l’Osteoporosi
appaia in qualche modo correlata ad un elevato
consumo di Latte, simbolo per eccellenza di Calcio.
I Paesi a più elevato consumo di latticini sono:
Finlandia, Svezia, Nuova Zelanda, Stati Uniti ed
Inghilterra. Questi Paesi sono anche quelli che
presentano i più elevati tassi di Osteoporosi: una
simile osservazione dovrebbe quindi indurre i medici
ad assumere una posizione supportata da evidenze scientifiche
rispetto a quelli che sono i veri fattori di rischio
e di protezione nei confronti dell’Osteoporosi. La
Densità Ossea dipende infatti più dalla composizione
della dieta e dall’attività fisica svolta che non
dalla semplice assunzione di Calcio. E’
indispensabile salvaguardarne la permanenza nello
scheletro, cioè salvaguardare la quantità totale di
Calcio nell’organismo, agendo anche sulle perdite di
questo minerale. Per “bilancio del Calcio”, si
intende il differenza tra entrate (+) ed uscite (-).
Quando il Bilancio Totale del Calcio è negativo, il
Calcio deve venire mobilizzato dall’Osso, che così
si indebolisce. Alla perdita di Massa Ossea
concorrono diversi fattori, denominati “Ladri di
Calcio”: le Proteine nella dieta, soprattutto quelle
animali; il Sodio, sotto forma di Sale da Cucina, e
quello contenuto nei Cibi Animali confezionati; la
Caffeina; il Fumo; la mancanza di Attività Fisica;
l’Alcool; l’uso di alcuni Farmaci (Antiacidi,
Antiepilettici, Cortisonici); il Fosforo, contenuto
nella carne. Le Proteine nella dieta provocano un
effetto ad “U” rovesciato sull’Osso: fino al
raggiungimento della dose giornaliera raccomandata
favoriscono la crescita dell’Osso, quando si eccede
questa dose, più Proteine vengono introdotte, più
Calcio viene sottratto all’Osso. Quindi, non è
importante solo la quantità di Calcio assunta, ma il
tipo di dieta. Le Proteine producono infatti nel
corso dei vari processi di trasformazione scorie
acide, e le Proteine Animali sono le più acide,
essendo ricche di Aminoacidi Solforati, che passando
attraverso il Fegato producono Acido Solforico.
Questi residui Acidi devono venire allontanati
dall’Organismo con le Urine, ed il Calcio è il
tampone ideale a questo scopo. Il Calcio deve essere
quindi ottenuto da verdure, legumi o cibi
fortificati e non è assolutamente dimostrato che un
elevato consumo di latte e latticini prevenga
l’Osteoporosi.
Demenza e Malattia di Parkinson
Demenza e Parkinson, malattie
degenerative invalidanti sempre più comuni nelle
civiltà occidentali, appaiono correlate alla dieta.
Ancora una volta la dieta Occidentale, ricca di
zuccheri semplici e Carboidrati raffinati (ad
elevato indice glicemico), e di prodotti animali
(ricchi di Grassi Saturi), e povera di cibi vegetali
non raffinati (con scarso o nullo contenuto di
Fibre, Vitamine, polifenoli ed altri Antiossidanti,
Fitoestrogeni), può promuovere una situazione di
insulino-resistenza, ridotta produzione di acido
nitrico, eccesso di radicali liberi e di Omocisteina,
che può favorire l’insorgenza della Demenza tipo
Alzheimer. Recenti Studi Clinici concludono che una
dieta ricca in Grassi animali appare associata ad un
significativo aumento di rischio di sviluppare Morbo
di Parkinson, mentre i Grassi di origine vegetale
non aumenterebbero questo rischio.