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LA POSTURA E IL MAL DI SCHIENA

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LA POSTURA E il mal di schiena
il mal di schiena: UNA POSTURA CORRETTA PER CONTRASTARE IL MAL DI SCHIENA

tratto da:  Emanuele Santinelli - Personal Trainer - Bologna
DR. Giovanni Chetta - Posturologia - Milano


la postura, gli errori posturali  e la rieducazione posturale

 

il mal di schiena: UNA POSTURA CORRETTA PER CONTRASTARE IL MAL DI SCHIENA

I sintomi del mal di schiena - Le cause del mal di schiena - La struttura della schiena - Attenzione ai tacchi

Circa quindici milioni di italiani soffrono di mal di schiena in modo più o meno grave

Chi ne è colpito purtroppo molte volte affronta un itinerario diagnostico e terapeutico estremamente variegato, in una sorta di "ping-pong" specialistico che va dall’ortopedico al fisiatra, al neurologo. Tutto ciò avviene perché questa struttura meravigliosa che è la schiena umana può presentare numerosi disagi indagabili e curabili effettivamente da vari punti di vista a secondo del "pezzo" o del "settore" che si considera.

Ecco allora nascere equazioni quali osso-ortopedico, nervi-neurologo, stress-psichiatria (o psicosomatista), muscoli-fisioterapista, posizioni del corpo e riabilitazione-fisiatra, ernia del disco-chirurgo, malocclusioni dentali (importanti come vedremo)-dentista, "sblocchi"-chiropratico eccetera. Ebbene questi specialisti, medici e no, sono tutti terapeuti validi per risolvere i problemi di un "tratto" di schiena piuttosto che un altro, ma nello stesso momento possono essere di nuovo tutti inefficaci quando il paziente venga considerato per la sua malattia, da far rientrare in un sapere settoriale, piuttosto che un individuo da aiutare in modo globale a ritrovare la salute. Se questo è vero in tutte le malattie lo è ancora di più per quanto riguarda la schiena perché la sua struttura, con le relative funzioni, è influenzata e influenza altri apparati.

I sintomi del mal di schiena


Dolore cervicale

Questo dolore può presentarsi in modo acuto oppure lento e via via ingravescente. Nel primo caso la persona lamenta un dolore improvviso e violento in una ristretta zona della nuca (torcicollo) che impedisce in genere la rotazione del corpo o verso destra o verso sinistra accompagnato a volte da forte nausea oppure, più raro, da vertigine, ronzio auricolare, agitazione e lieve confusione mentale. Nel secondo caso, quando è ad insorgenza lenta, il dolore riferito è sordo e localizzato in un tratto cervicale della colonna e provoca dolore, per esempio, guardare in alto o indietro (come nelle manovre di retromarcia in auto).
Talvolta ogni movimento del collo fa male ed il dolore può scomparire e ricomparire a brevi intervalli senza un riferimento preciso, oppure essere silente per molto tempo per poi riacutizzarsi improvvisamente.
In genere quest’ultima cervicalgia (detta anche cronica) è destinata, se non curata, a manifestarsi in modo continuo intervallandosi a volte con episodi acuti, spesso accompagnati da forti mal di testa invalidanti. Una variazione del dolore cervicale è la cervico brachialgia (o nevralgia cervico brachiale) con cui si intende un dolore irradiato all’arto superiore fino alla mano. Questo può essere: a destra, a sinistra o bilaterale; intenso o lieve; persistente o presente solo durante alcuni movimenti; aggravato nella posizione supina e attenuato in altre (per esempio, ponendo le mani dietro la nuca).

Dolore dorsale

Il dolore dorsale rappresenta il dieci per cento dei mal di schiena, in genere si manifesta in modo acuto, molte volte localizzato e si irradia lungo le arcate costali (non raramente fino allo sterno). Quando è particolarmente forte influenza negativamente la respirazione (la persona lamenta di non respirare bene). Se la zona più colpita è quella fra le scapole, il dolore è evocato quando si allargano le braccia oppure quando si stringono (come nel movimento dell’abbracciare) o ancora quando si portano le braccia in alto per prendere qualche oggetto. Se il dolore invece è sotto le scapole, si presenta soprattutto nelle rotazioni e nelle flessioni del tronco e la respirazione profonda (cioè quella parte della respirazione che implica il massimo sforzo del muscolo diaframma) è limitata.

Dolore lombare

Insieme al dolore cervicale la lombalgia è il mal di schiena più frequente (90 % dei casi). Può presentarsi in forma acuta o cronica e comparire bruscamente. Nella forma acuta il dolore consegue all’improvviso movimento di estensione del tronco, per esempio nell’atto di sollevare un peso da terra. Chi ne è colpito (si parla di "colpo della strega") riferisce la sensazione di uno "strappo" o di un "bruciore" tanto violento da impedire qualsiasi tentativo di "rimettersi dritti" (la persona spesso si presenta al medico piegata in avanti).
Nella forma cronica invece il dolore è di vecchia data, magari intervallato da più o meno frequenti episodi di "colpo della strega". Di solito la persona indica delle posizioni del corpo che esacerbano (o diminuiscono) il dolore. Pressoché unanimamente la posizione che si assume in automobile, soprattutto durante lunghi viaggi, è quella più deleteria. Un altro sintomo che accompagna la lombalgia cronica è quello si "essere storti", cioè, guardandosi allo specchio (ma anche come sensazione) la persona riferisce di "pendere" da un lato (destro o sinistro). La ragione di tutto ciò è data da una reazione naturale di difesa della muscolatura della schiena che tende a proteggere la parte dolente contraendosi intorno, nel tentativo di tenere fermo il tratto della colonna colpito non permettendogli così ulteriori sollecitazioni.



Le cause del male di schiena

Numerose sono le cause del mal di schiena. Generalmente si classificano in due grandi gruppi: cause derivanti dalla struttura ossea e cause muscolari. Questa divisione non corrisponde in realtà ad una vera differenza perché a problemi ossei conseguono problemi muscolari (spesso questi ultimi più importanti dei primi) e, viceversa, disequilibri con dolori muscolari possono a lungo andare creare complicazioni ossee. Vi sono inoltre altre cause di solito non riconosciute dalla medicina ufficiale e cioè quelle che vengono individuate dalle cosiddette medicine alternative (o "parallele").

Cause ossee

Regina delle cause ossee è sicuramente l’artrosi, malattia spesso erroneamente riferita all’invecchiamento del corpo ma che in realtà può colpire l’essere umano pressoché in tutte le età. E’ questa una degenerazione delle articolazioni caratterizzata da usura, diminuzione del liquido posto tra i capi articolari, contratture muscolari intorno ai tratti interessati conseguenti al dolore, blocco dei movimenti. I tratti della colonna più colpiti sono quelli cervicale e lombare e tipico è il dolore acuto alla mattina quando ci si mette in movimento e che poi recede con l’attività per ripresentarsi alla sera.
Altra causa di questo gruppo è l’ernia al disco. Come detto, le vertebre sono separate una dall’altra dai dischi intervertebrali, formazioni di consistenza acquosa - gelatinosa che funzionano da ammortizzatori dei grandi pesi che la spina dorsale deve sopportare camminando, stando in posizione eretta o facendo dei movimenti. Poiché il disco tende a scivolare in tutte le direzioni in funzione degli spostamenti vertebrali, la natura ha provveduto a mantenerlo nella sua sede anatomica grazie a strutture legamentose e ha garantito robustezza all’insieme di una vertebra con l’altra e di tutta l’intera colonna.
Per cause non ancora chiarite, però, può accadere che i legamenti subiscano dei cedimenti tali per cui non riescono a svolgere al meglio la loro funzione di contenimento permettendo così ai dischi di scivolare fuori dal loro posto (ernia) talvolta anche sotto l’impulso di sollecitazioni di solito considerate lievi (alzarsi da una poltrona, sollevare una valigia).
L’ernia si definisce "contenuta" nell’iniziale cedimento dei legamenti. Si considera "protrusa" quando, pur essendo riuscita a far breccia sui legamenti, non si allontana dalla sua sede. E’ "espulsa" quando il disco è fuoriuscito e si distacca dallo spazio tra le due vertebre.
In genere l’ernia discale colpisce prevalentemente il sesso maschile nell’età compresa tra i 35 e i 50 anni (in età successiva l’invecchiamento generale del corpo causa una perdita della consistenza acquosa - gelatinosa dei dischi, cui consegue la diminuzione dello "scivolamento"). E’ più frequente a livello lombare (ultime vertebre), mentre è rara a livello dorsale e cervicale. Inoltre rappresenta la causa più comune di lombosciatalgia e di nevralgia cervico - bracciale, cioè dolore a livello lombare e cervicale con irritazione più o meno grave dei nervi che fuoriescono dalle vertebre in quelle sedi (lo sciatico per le gambe, il brachiale per gli arti superiori).

Cause muscolari

La compresenza di rigidità ed elasticità caratteristiche della colonna vertebrale è dovuta non solo alla struttura ossea, ma anche ad un complesso muscolare che va dal capo al bacino comprendendo anche spalle, torace e fianchi. L’equilibrio descritto tra rigidità ed elasticità permette alla colonna vertebrale, come all’albero della nave, di piegarsi molto senza spezzarsi mai. Quando c’è mal di schiena allora, escluse le cause ossee principali come artrosi ed ernia al disco, occorre considerare l’insieme muscolare per individuare il disequilibrio che ha causato il dolore. Il mal di schiena, nella maggioranza dei casi, è provocato dall’abitudine ad assumere le posture (posizioni del corpo) scorrette che sono colpevoli di queste disarmonie.
Ecco allora il dolore, vero e proprio segnale di allarme che la schiena svolge con fatica il proprio lavoro. Stiratrici, dattilografe, operatori al computer, centralinisti, dentisti, commesse, camionisti, commessi viaggiatori, traslocatori sono tutti lavoratori a rischio di mal di schiena di tipo muscolare. Senza necessariamente cambiar lavoro, si può prevenire e curare questo disturbo a volte invalidante. Vi sono tuttavia altre situazioni che predispongono al mal di schiena; sono di tipo muscolare e non trascurabili come incidenza.

Nel mal di schiena causato da problemi muscolari viene prescritta la rieducazione motoria, applicata però con esercizi diversi e meno impegnativi di quelli utilizzati per la cura delle "cause ossee". Tuttavia nell’affrontare la correzione di queste cause è di estrema importanza studiare le posizioni che la persona assume durante la vita quotidiana (lavorativa e no) individuando le "scorrettezze" e le "fissità" di posizione per poi insegnare come operare le opportune modifiche. Infatti non tutti sanno che la parte lombare della colonna "sopporta" circa 25 chili di pressione quando si è sdraiati, 70 chili in posizione eretta e 120 piegandosi in avanti, circa 185 chili portando in questa posizione dei pesi e, per quanto possa sembrare incredibili, 250 chili se si sta seduti scorrettamente.
Dunque è importante sapere come modificare le posizioni del corpo mentre si lavora e imparare a variarle per "scaricare" le pressioni prevenendo così il mal di schiena o diminuirlo quando si presenta.

La struttura della schiena


Ciò che favorisce in modo determinante la stazione eretta è la colonna vertebrale, o spina dorsale, costituita da 33 vertebre che si articolano una sull’altra: dall’alto in basso 7 sono le vertebre cervicali, 12 le toraciche, 5 quelle lombari, 5 le sacrali e 4 le coccigee. Mentre le ultime 9 nell’adulto sono in genere fuse tra loro, le altre 24 sono mobili e "ammortizzate" una con l’altra grazie a particolari formazioni cartilaginee chiamate dischi intervertebrali. Intorno alle vertebre vi sono robusti legamenti con forti e grandi masse muscolari tanto da formare un’ampia superficie che, dal collo al sacro, viene chiamata "schiena". Importanti sono anche le cosiddette "curve" della spina dorsale, cioè la lordosi cervicale, la cifosi dorsale, la lordosi lombare, la cifosi sacrale, ben visibili con una radiografia dell’intera colonna (dal lato destro o sinistro) e con un esame clinico particolarmente attento alle posizioni che una persona assume quando è ferma in piedi oppure mentre cammina. Queste quattro curve alternate sono le principali responsabili dell’elasticità e della solidità della colonna, infatti recenti studi di ingegneria applicati alla comprensione del corpo umano hanno dimostrato che se una spina dorsale si presentasse in linea retta sarebbe ben diciassette volte meno robusta e mobile del normale, infine tutte le vertebre possiedono un foro intervertebrale, dove passa il midollo spinale, cioè l’insieme dei nervi che collegano ogni parte del corpo al cervello permettendo così a questo di ricevere informazioni e di dare loro conseguenti "risposte".

Quali sono le sue funzioni
La stabilità dell’intero corpo, il sostegno della testa (pesante in media otto chili) e delle spalle, la forma del torace, la protezione del midollo spinale, la capacità di assorbire carichi e forze esterne, sono tutte funzioni della colonna vertebrale. Fra queste la più importante è quella di permettere, nonostante tutto l’insieme possa apparire alquanto rigido, gran parte dei movimenti che caratterizzano l’uomo attraverso una notevole elasticità e flessibilità.

Tratto cervicale.
Le 7 vertebre di questa parte della colonna permettono di sostenere il capo e i suoi movimenti rotatori, flessori ed estensori. Dunque grazie alla colonna cervicale è possibile allargare il campo visivo degli occhi guardando in basso, in alto, dietro, a destra e a sinistra. Inoltre è da queste vertebre che escono i nervi (provenienti dal midollo spinale e prima dal cervello) che comandano i muscoli delle spalle con l’arto superiore fino alla mano.

Tratto dorsale.
In gran parte delle vertebre dorsali si articolano le costole e si inseriscono alcuni importanti fasci del muscolo diaframma. Il tratto dorsale allora compartecipa in modo sostanziale al vasto e complesso movimento della respirazione tanto che persone affette da "dorsalgie" spesso riferiscono di non riuscire a respirare profondamente. D’altro canto ogni medico sa che alcuni dolori dorsali a volte possono essere considerati veri e propri segnali di allarme di malattie polmonari quali pleuriti o broncopolmoniti, da escludere quindi (o confermare) sempre attraverso l’esame clinico dei polmoni con una radiografia del torace. Infine (grazie soprattutto alle ultime vertebre in prossimità del tratto lombare) la colonna dorsale permette le rotazioni, le flessioni e le estensioni di tutta la schiena.

Tratto lombare.
La parte lombare della colonna, strettamente ancorata al bacino, con le sue vertebre particolarmente robuste sostiene tutta la spina dorsale (quindi il corpo in generale) e, nonostante sia poco mobile, "non si sta in piedi" se questa non svolge la sua funzione di "stabilizzazione" del bacino attraverso movimenti anche millimetrici di una vertebra con l’altra. Mentre si cammina questo vero e proprio "centro" corporeo (regge grandi strutture legamentose, ossee, muscolari, vascolari, nervose) aiuta il basculamento del bacino e contribuisce in modo determinante alla formazione del "baricentro", impedendo così la perdita dell’equilibrio.

 

LE CONSEGUENZE DEI TACCHI

Il tacco aumenta l'iperlordosi lombare in maniera direttamente proporzionale alla sua altezza, determinando così un peggioramento posturale. Inoltre, il prolungato utilizzo di tacco alto è in grado di accorciare, retraendolo, il tendine di Achille e ciò rende poi difficile la tolleranza di scarpe senza tacco (tale riadattamento viene però agevolato dalla presenza di plantare ergonomico). Non esiste alcun studio che dimostra che un tacco di 2-3 cm sia salutare (d'altronde, se così fosse, ci avrebbe pensato la natura a farcelo direttamente sul calcagno). Scarpe con tacco alto e a punta (che imprigiona in maniera innaturale l'avampiede che invece dovrebbe essere libero per svolgere correttamente la sua funzione) contribuiscono notevolmente a generare e incrementare problematiche muscolo-scheletriche e circolatorie a base posturale.


Emanuele Santinelli - Personal Trainer
cell. 349 2358196 - Bologna

"Sono otto anni che mi occupo del benessere e sempre più sono convinto che niente può sostituire l'attività fisica.
Le persone devono essere coinvolte singolarmente alla scoperta del proprio corpo trovando la giusta ricetta del benessere"


DR. GIOVANNI CHETTA
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